Wir können nicht zurück und warum sollten wir auch?

Latitano i tempi in cui si annacquava il silenzio tra sguardi e languori con banalità non sempre ben assortite. Il piacere di condividere la stessa aria rendeva tollerabile perfino abbandonarsi alla fiera dell’ovvio. Ogni scusa era buona per rivolgersi la parola. Toccavi questa consapevolezza, la annusavi. La stanza ne era satura. Dolcissima ne era l’invadenza.

Alcuni uomini, pochi fortunati a dire il vero, sanno essere incredibilmente sensuosi anche solo raccontandosi con autoironia. Ho leccato con somma soddisfazione il vassoio dei miei desideri, quella sera in cui hai scelto un’inconsueta metafora cestistica per descrivere le tue vicissitudini sentimentali.

Incespicare nei rapporti disseminando i giorni di equivoci e malintesi, peggio che se fossero ordigni inesplosi. Chè questi, purtroppo, finiscono sempre per deflagarmi in faccia.

Se l’unico cibo rimasto in frigo è il caos cosmico, che resta da fare? Conformarsi ai tempi, o digiunare? Magari distillare la risposta esatta fosse facile come ordinare un mojito allo zenzero …

almatadema

7 pensieri su “Wir können nicht zurück und warum sollten wir auch?

  1. L’unico cibo rimasto in frigo è il caos cosmico. Mh.

    Io lo metterei insieme ad altri avanzi per fare una nuova pietanza. Magari, ne esce qualcosa di gustoso

  2. a volte (quasi sempre) si pensa di essere vicino alla risposta giusta, quella che dà sollievo o ci fa tremare dall’emozione, poi ci si rende conto di non esser mai stati così lontani dalla realtà, e nelle vicinanze neanche un bar per ordinare mojito, che poi a me nemmeno piace.
    🙂

  3. mojito alla zenzero?
    io ero rimasta solo al mojito analcolico
    (che sono riuscita a ordinare a cuba).

    gatta, in fondo dentro lo stomaco i cibi sono tutti confusi. io penso sia il centro dell’entropia, lo stomaco. o uno dei possibili, o impossibili, centri.

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